Vallini: “Ha interiorizzato il mistero e l’ha espresso nella bellezza”
“È stato un grande artista. Potremmo definirlo il pittore della tenerezza, che ha interiorizzato il mistero di Cristo e lo ha espresso nella bellezza delle sue opere”. Il cardinale vicario Agostino Vallini ha descritto con queste parole il Beato Angelico nel giorno della memoria liturgica, celebrando i vespri in Santa Maria sopra Minerva, la basilica che ne ospita le spoglie mortali. La liturgia – molto suggestiva – è stata conclusa da una breve omelia, nella quale il porporato ha voluto esortare coloro che operano nei beni culturali a essere “custodi di un patrimonio da valorizzare anche quale espressione della bellezza di Dio”. Ed infine ha invocato: “Salga dunque al Padre, da parte di ogni fruitore delle sue opere d’arte, un canto di ringraziamento nei termini dell’orazione finale dei vespri nella sua memoria, un inno di lode a Dio che ha “ispirato con paterna provvidenza il beato Giovanni Angelico a raffigurarci la pace e la dolcezza del paradiso”.
I salmi sono stati cantati in gregoriano dai frati domenicani e dalla Schola del Pontificio Istituto di Musica Sacra, diretta da Raúl Orlando Arreguín Rosales. E il rito è stato arricchito da brevi intermezzi musicali strumentali affidati al flauto a becco, alla viola da gamba e all’organo suonati rispettivamente da Giulia Ciarla, Jasmina Capitanio e Federico Del Sordo, mentre i canti del Magnificat di Giovanni da Palestrina e del Salve Regina di Poulenc sono stati eseguiti dal Coro polifonico Musicanova diretto da Fabrizio Barchi.
Noto semplicemente come il Beato Angelico, fra Giovanni da Fiesole era un umile frate domenicano, nato intorno al 1395 col nome di Guidolino di Pietro Trosini e morto nel 1455. La sua la vocazione religiosa accompagnò quella alla pittura, che si è espressa nel rappresentare i grandi misteri della fede attraverso figure realistiche investite di una luce dorata che le fa risplendere della grazia divina. Ecco perché subito dopo la sua morte il popolo, che ne aveva apprezzato le opere, iniziò ad appellarlo Beato Angelico prima che fosse proclamato tale nel 1982 da Giovanni Paolo II, che lo additò anche quale “patrono universale degli artisti”. Il Beato Angelico maturò una visione mistica del mondo insieme a una resa realistica delle figure umane. Coniugando luce e colore, attenzione alla natura e al dato prospettico, se da un lato si riallaccia alle modalità pittoriche di Masaccio, dall’altro anticipa la nuova temperie artistica rinascimentale.