Tra il 2018 e il 2022 le diagnosi di disforia di generesono aumentate in ogni Stato americano di almeno il 6%, con la sola eccezione del South Dakota, dove sono diminuite addirittura del 23%. È quanto emerge dall’analisi dei dati recenti diffusi dal Definitive Healthcare relativamente alle diagnosi di disforia in tali annualità pregresse.
L’incremento più consistente di queste diagnosi è stato registrato in Virginia con un aumento del 274%; segue l’Indiana con un aumento del 247% e lo Utah con il 193%. Gli aumenti più lievi invece sono stati riscontrati nelle Hawaii e nel Connecticut con incrementi rispettivamente del 6% e del 10%.
In virtù delle restrizioni più o meno stringenti nell’accesso ai trattamenti previsti dalla ‘terapia affermativa’ per il cambio di sesso, soprattutto se si tratta di minori, sono purtroppo soltanto 13 gli Stati che hanno registrato una diminuzione delle diagnosi e, conseguentemente, dell’accesso ai relativi trattamenti clinici. Anche in questo caso bisogna riconoscere al South Dakota il merito di aver limitato gli interventi medici transgender sui minori.
Secondo un’analisi pubblicata su JAMA Network Open il numero di interventi chirurgici di genere negli Stati Uniti è quasi triplicato dal 2016 (circa 4.550) al 2019 (circa 13.000).
Si stima inoltre che nel 2022 circa 300.000 minori di età compresa tra 13 e 17 anni siano stati identificati come transgender. Se dunque nel 2016 solo il 10% dei giovani s’identificava come tale, nel 2022 questa percentuale è salita al 18%, complice anche la maggiore «accettazione sociale» della disforia, laddove invece la percentuale di adulti transidentificati è rimasta la stessa, come rileva una ricerca del Williams Institute.
Ma ciò che è ancor più terrificante sono le centinaia di ragazze adolescenti, alcune di appena 12 anni, sottoposte negli ultimi anni negli Stati Uniti a doppia mastectomia in nome dell’ideologia di genere; come se non bastassero i seri rischi per la salute che comportano terapie ormonali e farmaci bloccanti la pubertà, quali disfunzioni sessuali, danni alla voce e infertilità, attacchi di cuore, aumento del rischio di cancro al seno e alle ovaie, disfunzione epatica e problemi alla crescita e densità ossea, oltre a malattie e disturbi sul piano psicologico.
Insomma, stando al rapporto del Definitive Healthcare, in valore assoluto sono circa 1,6 milioni gli americani di età pari o superiore a 13 anni a identificarsi come transgender, ossia circa lo 0,5% della popolazione totale degli Stati Uniti.