Traffickinghub ha totalizzato finora 2.325.358 firme. Si tratta di una petizione che sta raccogliendo grande consenso e che è ancora possibile sottoscrivere contro uno dei colossi della pornografia in rete, il sito Pornhub. L’intento della petizione lanciata da Laila Mickelwait nel febbraio 2020 è quello «di chiudere Pornhub e ritenere i suoi dirigenti responsabili di aver consentito, distribuito e tratto profitto da stupri, traffico e abusi sessuali su minori basati su immagini criminali». Pornhub è in effetti il 10° sito più visitato su Internet e il sito più grande e popolare di contenuti pornografici con 130 milioni di visite al giorno.
Eppure, in forza del contributo di tale petizione, sono già stati raggiunti alcuni risultati significativi: «30 milioni di immagini e 10,6 milioni di video (80% del sito) sono stati rimossi; è stato citato in giudizio da 257 vittime in 12 cause legali negli Stati Uniti, Canada e Regno Unito per potenziali reati; è stato accusato penalmente dal governo federale degli Stati Uniti per aver tratto profitto dal traffico sessuale». Inoltre Visa, Mastercard, Discover, PayPal lo hanno escluso dai loro circuiti e ha così perso tanti degli introiti degli inserzionisti tradizionali. L’account di Pornhub è stato poi rimosso da diversi social, trai quali Instagram, YouTube e TikTok perdendo 14 milioni di follower. Sotto il profilo aziendale diversi CEO sono stati costretti a dimettersi, soprattutto quando è stato trovato e smascherato un suo azionista segreto, per cui è stato formalmente ceduto a un’altra società, la Ethical Capital, nel disperato tentativo di migliorarne la web reputation.
«I suoi proprietari e dirigenti devono essere ritenuti responsabili nella misura massima consentita dalla legge e alle vittime di Pornhub in tutto il mondo deve essere data vera giustizia», aggiunge la Mickelwait, auspicando si possa presto «porre fine all’impunità per aziende e dirigenti che hanno consapevolmente consentito, tratto profitto e distribuito a livello globale lo stupro a scopo di lucro per oltre un decennio, distruggendo la vita di innumerevoli vittime».