Prevenire è meglio che curare. Ciò vale a maggior ragione nel contrasto alle droghe, e ancor più se quella incriminata è una sostanza, il Fentanyl, che negli Stati Uniti è giunta a mietere oltre un milione di morti negli ultimi vent’anni. Perciò il governo italiano ha prontamente varato, pochi giorni fa, un Piano di prevenzione per contrastarne la circolazione e sensibilizzare attraverso l’informazione in materia i giovani nelle scuole.
Il Fentanyl, conosciuto anche come “droga degli zombie”, è «un analgesico con una potenza di almeno 80 volte superiore a quella della morfina», come scrive la Direzione centrale per i servizi antidroga. I suoi derivati – in particolare il 3-metilFentanyl – vengono sintetizzati illecitamente e venduti come “eroina sintetica” o mescolati con l’eroina. Relativamente alle modalità d’uso, sempre la Direzione centrale per i servizi antidroga evidenzia che viene «assunto tramite iniezione endovenosa, cerotti transdermici, pastiglie transmucose orali e compresse vestibolari. La polvere di Fentanyl o i cerotti vengono anche fumati o sniffati».
A spiegare perché è detta “degli zombie” ci ha pensato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano alla presentazione a palazzo Chigi del “Piano nazionale di prevenzione contro l’uso improprio di Fentanyl e di altri oppiacei sintetici”. «Trasforma gli assuntori in mostri che camminano» ha affermato. Inoltre, putroppo, ha precisato Mantovano, «è a basso costo, ne basta poco. In Italia non c’è un’emergenza Fentanyl ma c’è negli Usa e non essendoci frontiere invalicabili è bene non trovarsi scoperti».
In Europa sono state registrate 137 morti legate al Fentanyl, di cui 88 solo in Germania. Tale oppioide sintetico è infatti capace in molti casi di procurare overdosi anche letali, in specie perché viene di frequente consumato insieme ad altre droghe quali eroina, cocaina, metanfetamine. In tutto il mondo ci sono stati «da 68mila a 109mila decessi nel 2022, c’è dunque un picco», ha detto sempre Mantovano, aggiungendo che «sono colpiti soprattutto i giovani», dunque il governo si sta muovendo proprio «in un’ottica di prevenzione».
Per ora nel nostro Paese è stato registrato in effetti un solo caso isolato: «a Piacenza un privato cittadino, attraverso un giro, è riuscito a far arrivare in Italia circa 130 grammi di Fentanyl», racconta a Pro Vita & Famiglia, Massimo Gandolfini, consulente del governo Meloni al Dipartimento per le politiche antidroga.
Di qui l’esigenza di un Piano di Prevenzione, allo scopo di promuovere «l’informazione nelle scuole – aggiunge ancora Gandolfini – e garantire la massima allerta nel contrasto dal punto di vista dell’ordine pubblico per cercare di individuare e fermare quanto più possibile la sua diffusione; monitorandone anche l’uso ospedaliero perché tutto sia registrato, firmato e controfirmato, nei relativi registri degli stupefacenti». Sembra che «la criminalità organizzata più interessata al Fentanyl sia la ‘ndrangheta – spiega sempre Gandolfini – nonostante non si abbiano ancora notizie sicure di un vero e proprio mercato».
Per quanto riguarda, più nel dettaglio, come si muoverà la macchina della prevenzione, è stato sempre Mantovano a spiegarlo durante la conferenza. «Ci sarà rafforzamento del monitoraggio, potenziati controlli dei Nas e controllo per evitare i furti. Stiamo allertando Regioni e farmacie a un’attenzione massima per evitare i furti», ha affermato. «Oggi – ha precisato – i cattivi maestri sono ad esempio i rapper e non più gli apologeti del terrorismo. Su internet i loro testi sono facilmente rintracciabili e arrivano agli adolescenti senza filtri esaltando tale sostanza. Quindi le famiglie devono accrescere l’attenzione. È una allerta per tutti noi e una responsabilità di tutti, così come tutti sono stati coinvolti dal Covid così questo fenomeno è all’attenzione di tutti».