«È come se la vita avesse bisogno di un’enorme sala parto, un enorme luogo, non fisico, dove dare e ricevere amore. In piccolo tutto ciò accade con questa struttura, la cui realizzazione ha sicuramente richiesto quella che io chiamo la “testardaggine dell’amore”». Con queste parole monsignor Benoni Ambarus, Vescovo Ausiliare della Diocesi di Roma, ha presentato “La Casa di Chiara”, un’opera benemerita voluta fortemente da Pro Vita & Famiglia onlus e dalla Fondazione “Il Cuore in una Goccia” e appena inaugurata nella capitale nel solco del carisma spirituale della Serva di Dio Chiara Corbella Petrillo. Morta nel 2012 in odore di santità a soli 28 anni, dopo aver accompagnato serenamente tra le braccia del Padre due figli appena nati a causa di gravi patologie e aver dato alla luce Francesco nato sano, Chiara sceglie di ritardare le cure chemioterapiche per il carcinoma alla lingua per non nuocere alla salute del terzogenito in grembo.
«Conoscevo molto bene Chiara, la sua famiglia, oggi qui presente, e ho vissuto con estrema vicinanza e dolore quando ci ha lasciati il 13 giugno 2012 – racconta Antonio Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia onlus – e fu proprio da quel momento che nacque il nostro impegno per la vita e fu fondata Pro Vita, ispirata dalle virtù di amore e perseveranza di Chiara». Ancora una volta la Serva di Dio «ci ha ispirato nel dedicare a lei questa Casa, che vuole dare una risposta assistenziale, psicologica, medica e anche spirituale, quindi un’alternativa concreta all’aborto ricercata da tante famiglie che desiderano accogliere i propri bambini nonostante la patologia».
“La Casa di Chiara” è un appartamento a Roma pronto per ospitare e assistere gratuitamente famiglie e soprattutto madri che, affrontando gravidanze con patologie prenatali che compromettono la salute del nascituro o la propria, sono costrette a trasferirsi nella capitale anche per lunghi periodi per affrontare terapie specialistiche significative e operazioni chirurgiche intrauterine particolarmente delicate.
«L’idea è arrivata dalla necessità di dover usufruire di questi servizi, avendo noi come famiglia vissuto un’esperienza di gravidanza patologica, accompagnando nostro figlio nei difficili momenti postparto, fino alla sua salita in cielo» – testimonia Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia onlus –, il quale aggiunge nello specifico che tale Casa potrà ospitare fino a tre nuclei familiari per periodi variabili a seconda delle necessità. D’altra parte il fabbisogno in materia è piuttosto elevato se si pensa che «solo nell’ultimo anno oltre il 79% delle richieste di assistenza giunte su Roma proveniva da famiglie residenti fuori dalla Regione Lazio, per trattare patologie prenatali molto serie come: malformazioni strutturali, sindromi polimalformative, cromosomopatie (T18, T21, T13), linfangiomatosi e cardiopatie», osserva ancora Coghe, evidenziando il coinvolgimento concreto di Pro Vita & Famiglia «nella gestione quotidiana dell’appartamento e nell’assistenza quotidiana alle famiglie con le spese delle utenze, telefonia, per le necessità giornaliere, l’accesso ai servizi pubblici e proposte di intrattenimento educativo e ludico per eventuali altri figli».
Presente all’inaugurazione anche Giuseppe Noia, professore associato di Medicina prenatale all’Università Cattolica: «Come fondazione “Il Cuore in una Goccia” – ha detto Noia, presidente della fondazione stessa – abbiamo accolto con gratitudine l’iniziativa di fornire sostegno e aiuto alle famiglie con gravi patologie fetali che da tutta Italia si rivolgono a noi per essere affiancate e accompagnate. I nostri servizi sociosanitari non si fermano alla sola risposta medico-clinica-scientifica, ma abbracciano la coppia, la famiglia con tutta un’altra serie di supporti solidali: consulenze ed assistenza medico-scientifica insieme a una rete familiare e testimoniale e a un’assistenza spirituale che viene completata dal supporto psicologico e quando necessario anche economico. Una medicina, dunque, fatta di aiuti concreti che serve la vita fragile e produce tracciati di speranza».
Nel corso della presentazione del progetto, oltre ai suoi promotori,sono intervenuti tra gli altri Maria Teresa Bellucci, viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali; Massimiliano Maselli, assessore all’Inclusione Sociale e Servizi alla Persona della Regione Lazio e delegato personale del Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca; Simona Baldassarre, assessore alla Cultura, Pari Opportunità, Politiche giovanili e della Famiglia e Servizio civile della Regione Lazio; Enrico Petrillo, il marito di Chiara Corbella Petrillo, e Anselma e Roberto Corbella, genitori della Serva di Dio.
Nel messaggio inviato agli organizzatori il Ministro della Salute Schillaci parla di «un modello da seguire e valorizzare». L’assessore Maselli auspica che la “Casa di Chiara” possa costituire «un passo significativo verso la promozione della dignità della vita nascente», mentre la Baldassarre afferma che «maternità e natalità sono due valori rispetto ai quali sono doppiamente impegnata come medico e come assessore regionale». E in effetti «proteggere la vita è un dovere di tutti» – sottolinea la Bellucci nell’aggiungersi al coro dei ringraziamenti – la quale esprime anche la vicinanza e gratitudine del Governo e del Presidente del Consiglio Meloni, mentre osserva come «questa iniziativa sia la concretizzazione del diritto di ciascuna vita ad essere protetta, con attenzione, soprattutto quando è in uno stato di fragilità».
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana