“Niente più guerre tra fratelli! Costruiamo sempre la pace!”. L’appello di Papa Francesco del 10 luglio 2015 durante la sua visita in Paraguay è purtroppo ancora disatteso in America Latina. Gli fanno eco i vescovi del Paraguay in un comunicato reso pubblico in questo momento particolarmente critico che sta vivendo il loro Paese: “Esortiamo caldamente tutte le autorità e le persone che non usano la violenza, che hanno a cuore l’integrità della vita di tutti, a non trasformare le manifestazioni ‘di dissenso’ in un campo di battaglia. Rispettiamo la vita!”
“Ci appelliamo alle coscienze dei cittadini e di chi è chiamato a governare – prosegue la Conferenza Episcopale del Paraguay – invitandovi a non guardare semplicemente alle motivazione delle vostre azioni, ma soprattutto alle loro conseguenze. Esortiamo i leader e i rappresentanti delle forze politiche a ottenere la fiducia dei cittadini con gesti concreti di incontro, di dialogo e trasparenza, evitando interventi pubblici dettati dalla pressione di incombenze politiche. Incoraggiamo il dialogo tra tutti i settori della vita sociale. Il primato della pace richiede una cultura dell’incontro, la ricerca bene comune e l’unità nazionale, nella consapevolezza che ‘una famiglia divisa in se stessa non può reggere’”.
Nonostante quest’appello accorato, in Paraguay tuttavia la situazione politica rimane fortemente critica, anche a seguito degli episodi di guerriglia verificatisi questa notte nelle strade vicino al Congresso della capitale Asunción. Il malcontento è esploso per l’approvazione di una riforma costituzionale che prevede la possibilità di rielezione anche per gli ex presidenti, compreso quindi quello attuale, Horactio Cartes.
“Bisogna intervenire al più presto per fermare il momento di violenza presente”. Queste le parole rivolte allo stesso Cartes dall’arcivescovo di Asunción, Edmundo Valenzuela, nell’esprimere pubblicamente la contrarietà della Chiesa rispetto a tale riforma per la sua palese incostituzionalità. Poi il prelato ha esortato da un lato la polizia e le forze dell’ordine a “non usare le armi contro i manifestanti”, mentre dall’altro ha invitato caldamente tutti i fedeli soprattutto “a pregare e a chiedere a Dio, per mezzo di Maria, il dono della pace”, affinché il clima di tensione e di violenza non degeneri ulteriormente.