Dopo il divieto di prescrivere farmaci bloccanti la pubertà e interventi chirurgici ai minori da parte del sistema sanitario inglese (Nhs), a seguito dei vergognosi scandali e abusi nei protocolli medici per la transizione di genere degli adolescenti registrati nella clinica Tavistock, è ora la Francia a lanciare l’allarme e correre ai ripari.
È stata infatti appena resa pubblica una lunga indagine promossa dalla senatrice di centrodestra di Les Républicains Jacqueline Eustache-Brinio per quello che si configura essere «uno dei più grandi scandali etici nella storia della medicina», ossia la transizione di genere nei minori attraverso la somministrazione di terapie ormonali e interventi chirurgici.
Il rapporto dettagliato della senatrice francese denuncia una seriedi abusi da parte di operatori sanitari che avrebbero incoraggiato la transizione di genere nei minori attraverso un’intensa propaganda mediatica sui social. D’altra parte sono in tanti – psicologi, psichiatri, educatori e genitori – a denunciare le conseguenze fisiche e psicologiche di tale transizione perpetrate sulla pelle dei più giovani, ai quali bloccanti e interventi chirurgici venivano spesso proposti come unica soluzione e rimedio al loro ritenersi nati nel corpo sbagliato.
Intanto la Haute Autorité de Santé (HAS) – l’ente governativo francese preposto alla regolamentazione delle politiche sanitarie – sta esaminando i dati del rapporto, ma i senatori francesi auspicano che tale disegno di legge diventi presto legge dello Stato per vietare qualsiasi transizione di genere prima dei 18 anni. Anche perché i medici consultati nell’ambito dell’inchiesta parlamentare confermano un incremento esponenziale del fenomeno. Il professor David Cohen, capo del dipartimento di psichiatria infantile del prestigioso ospedale Pitié-Salpêtrière di Parigi, ha dichiarato che il 16% dei suoi pazienti che ha intrapreso l’iter per la transizioneha addirittura meno di 12 anni.
La psicologa Céline Masson e la psichiatra infantile Caroline Eliacheff – autrici del recente saggio La fabrique de l’enfant transgenre (“La creazione del bambino transgender”) – hanno ancora rilevato che la stragrande maggioranza dei bambini trattati per ‘disforia di genere’ sono in realtà vittime di altri disturbi. E in effetti, sebbene un quarto dei bambini visitati alla Pitié-Salpêtrière abbandoni la scuola, il 42% sia vittima di molestie, il 61% abbia avuto un episodio di depressione e uno su cinque abbia tentato il suicidio, la soluzione proposta dai medici relativamente a tali diagnosi accompagnate dal riscontro di un’egodistonia rispetto al proprio Sé è spesso sempre la stessa: la transizione di genere.
Un altro dato preoccupante emergente dal rapporto parlamentare è che l’80% delle richieste di transizione di genere proviene dalle ragazze. Tale squilibrio nel fenomeno tra ragazze e ragazzi testimonia che esistono altri problemi psicologici e sociali non sufficientemente esplorati intenzionalmente, pur di assecondare i protocolli clinici vigenti in linea con l’ideologia Lgbtq+.
Tuttavia le conseguenze devastanti delle terapie ormonali e degli interventi chirurgici per la transizione di genere sulla salute e il benessere dei pazienti, ancor più se si tratta di adolescenti ancora in fase di maturazione e sviluppo psicofisico, cominciano a esser sotto gli occhi di tutti. Ecco perché contro gli eccessi di tali pratiche diversi Stati si stanno già muovendo per correre ai ripari prima che sia troppo tardi; basti ricordare in Europa la Gran Bretagna, in specie dopo il recente rapporto del Daily Mail, e in America la proposta di legge in Wyoming.