Will è uomo senza arti, nato senza mani né braccia, con un piccolo piede ‘da gallina’, insomma “una perversione della natura”. Trattato come ‘fenomeno da baraccone’, prende un pomodoro in faccia da un bambino ed è reso oggetto di scherno e derisione in un circo che mette a nudo senza pietà le fattezze fisiche e le imperfezioni di un essere umano. Ma, in questo triste circo, una sera giunge il direttore di un altro circo, Mr. Mendez. “Sei meraviglioso”, esclama il Signor Mendez mentre guarda con amore Will. Quest’ultimo non riesce inizialmente a scorgere in quello sguardo una modalità differente di essere guardato, per cui gli sputa in faccia. Will infatti non crede che Mr. Mendez faccia sul serio con lui e scambia le sue parole per l’ennesima presa in giro. Ma ancor più sorprendentemente Mendez incassa il colpo, comprende la sua reazione ed è addirittura pronto a giustificarla.
È proprio lo sguardo magnetico di Mr. Mendez a innescare in Will il desiderio di cambiare vita in The Butterfly Circus “Il Circo della Farfalla”, un cortometraggio del 2009 diretto da Joshua Weigel, con uno straordinario Eduardo Verástegui nei panni del direttore del circo e un’intensa interpretazione di Nick Vujicic in veste di se stesso. Nessuno aveva mai guardato così Will che forse per la prima volta si sente amato per quello che è e non soltanto messo alla berlina per i propri difetti. Mendez gli ridà dignità, crede nelle sue potenzialità, vede “la bellezza che può nascere dalle ceneri” non solo di Will ma anche degli altri artisti che lavorano con lui che, non a caso, rappresentano le categorie emarginate e più disprezzate della società, dall’anziano alla prostituta e all’uomo violento fiero dell’esercizio della propria forza bruta. Ebbene Mendez, nel riconoscerne l’incommensurabilità della dignità, offre a costoro la possibilità di una realizzazione piena della propria vita perché sa guardare al di là delle loro fragilità, proprio come Dio ci guarda e ci ama al di là dei nostri limiti e dei nostri peccati. È infatti quel Qualcuno che crede in noi a costituire la radice profonda di una sana fiducia in se stessi e nelle proprie capacità da spendere al servizio del prossimo, nella consapevolezza che “più dura è la lotta, più glorioso il trionfo”. Quest’espressione è tradotta mirabilmente dalla metafora della farfalla che dà il titolo al cortometraggio, la quale allude alla fatica e alle difficoltà che il bruco deve imparare ad affrontare e superare prima di poter spiccare il volo.
Mr. Mendez è dunque figura del Padre che ama i suoi figli anche nelle loro debolezze e dona loro la grazia perché possano vivere una vita piena. I due circhi sono invece metafore rispettivamente di un mondo di uomini sempre pronti a individuare le imperfezioni e i difetti altrui per criticarli e giudicarli, in cui derisione e odio la fan da padroni, e di una schiera di uomini disponibili a scusare i difetti l’uno dell’altro e a incoraggiarsi vicendevolmente per costruire una gioiosa condivisione dei propri carismi messi a frutto a beneficio di tutti.
Si tratta di uno dei cortometraggi più belli che sia mai stato girato ed è facilmente reperibile su YouTube sia in italiano che in lingua originale con sottotitoli in italiano. Decisamente preferibile vederlo in quest’ultima versione, che consente di apprezzarne meglio la prova recitativa degli attori come di soffermarsi su alcune ‘perle’ molto significative che i protagonisti si scambiano nei diversi dialoghi.
Il Bambino Gesù che giace indifeso in una mangiatoia nel Natale del Figlio di Dio è un segno visibile di tale amore grande del Padre che si china con umile delicatezza su ogni fragilità umana perché da ferita diventi feritoia di luce e di grazia.
Fonte: Chai and Life, dicembre 2020