“Il diavolo, quello della rivelazione biblica, ama fare il regista più che l’attore; la sua arte è scomparire dietro gli attori del male”. Il passatempo preferito di Satana consiste dunque nel disturbare a livello fisico, psicologico e spirituale soprattutto le anime più fedeli a Dio. Così, oltre a don Calabria e a suor Maria del Gesù Crocifisso, elevati agli onori degli altari da Giovanni Paolo II, anche un’altra suora agostiniana, Madre Yvonne-Aimée di Gesù di Malestroit, ha subito diverse e pesanti incursioni dall’angelo ribelle durante la propria esistenza. Le racconta, con dovizia di particolari, il sacerdote Marcello Stanzione nel suo recente volume: Madre Yvonne-Aimée di Gesù di Malestroit (pp. 142, Edizioni Segno 2017, €12).
Madre Yvonne-Aimée è una suora agostiniana vissuta a Malestroit tra il 1927 e il 1951, che divenne presto la madre superiore di un convento-ospedale in tempo di guerra, nel quale furono accolti “sotto lo stesso tetto sia i feriti tedeschi che quelli che ella nascondeva durante la resistenza”. Per tale opera di carità fu insignita dal generale De Gaulle con la Croce di Guerra e poi proclamata Cavaliere della Legione d’Onore. I primi segni della sua fede viva, umile e semplice emergono in particolare da un episodio della sua giovinezza. Una mattina che non poté fare la Santa Comunione perché aveva tanto da fare al servizio dei più bisognosi, scrive: “Signore, non ho potuto fare la comunione, ma ti ho incontrato nei poveri!”. La sua vita spirituale, nutrita di intensa preghiera e carità operosa, è stata anche impreziosita da significativi doni mistici, quali premonizioni, bilocazioni, stigmatizzazioni e xenoglossalia. Morì nel 1951 mentre stava per partire missionaria per il Sud Africa. L’anelito costante del suo cuore fu uno solo: “Voglio salvare molte anime e amarti più di tutti, ma voglio essere anche molto piccola perché la tua gloria cresca”. Per amore di Cristo ella sopportò pazientemente che il diavolo l’aggredisse con violenza durante la notte, che le insinuasse mozioni interiori suicide, che si divertisse a inviarle lettere false a nome del suo padre spirituale, gettandola in uno stato di disperazione durante la sua ‘notte dello spirito’. Descrive in questi termini un’aggressione subita dal principe delle tenebre: “Venne in quattro riprese facendo un chiasso spaventoso nella mia camera, urtando i muri, spingendo le sedie, la tavola e tutti i mobili. Poi, cominciò a picchiarmi, mi scortica la schiena, il petto, le mani, mi getta fuori dal letto tirandomi per i capelli. Tra le coperte del mio letto le sue dita adunche mi bruciavano. Nessuna parola può descrivere tanto orrore e tanto spavento. L’indomani mattina, Gesù mi ha guarito la schiena, dove avevo una ferita molto marcata”. Al tempo della prova risalgono queste altre espressioni di suor Yvonne: “Quando dico delle parole d’amore al mio piccolo Gesù, mi sembra di dirgli parole di odio. Quando abbraccio la sua statua, credo di fare un sacrilegio”. E ancora: “Mi sento colpevole per tutti i peccati del mondo, ho tutte le tentazioni”. Suor Yvonne si offrì a Cristo sostanzialmente quale vittima d’espiazione e sacrificio vivente a Dio gradito per il perdono dei peccati dell’umanità. Fu perciò appellata “il padre Pio francese” dal celebre mariologo Laurentin, anche perché si disse “felice di soffrire per Cristo e le anime in difficoltà”. Il carisma di questa umile grande suora che ha sopportato senza lamentarsi tante sofferenze sia fisiche che spirituali per amore di Cristo è testimonianza della possibilità di “un amore più grande della sofferenza”, poiché “l’amore distrugge il male con il carbone della sofferenza”.
Il libro di don Marcello Stanzione presenta infine anche una breve appendice con tante utili preghiere e invocazioni di liberazione dagli spiriti maligni e di richiesta di custodia angelica.