‘Qualunque mestiere facciate, qualsiasi problema abbiate, esiste il Santo a cui rivolgervi’. È questo il sottotitolo dell’ultimo lavoro del nostro Rino Cammilleri, Il Grande libro dei santi protettori (Ares 2022, pp. 687), un’opera poderosa sapientemente suddivisa secondo la tipologia dei santi patrocini: dalle malattie a matrimonio e maternità; dalle professioni, arti, mestieri e vocazioni a ‘guai vari’.
«I santi sono persone che hanno preso sul serio le parole di Cristo. I Santi, grazie al Cielo, sono tantissimi, e il buon senso popolare li ha ‘specializzati’, ciascuno in grazie particolari. Vuoi trovare una cosa smarrita? Rivolgiti a sant’Antonio da Padova. Sì, qualunque Santo può fare lo stesso, ma con lui fai prima. Ti si è ammalato il maiale? C’è l’altro Antonio, l’abate». E in effetti, come testimonia l’insistenza quasi impertinente della donna siro-cananea con Gesù rispetto alle briciole date in pasto ai cagnolini, «anche la sfacciataggine e la sfrontatezza diventano ‘sante’ se rivolte, per uno scopo buono, a chi di dovere».
Tra le fila dei ‘santi protettori della salute’ vi sono anche due grandi luminari della scienza medica del secolo scorso, Riccardo Pampuri e Giuseppe Moscati, cui è bene chiedere l’intercessione per la guarigione fisica propria o altrui e la protezione da ogni malattia. Cosma e Damiano, che esercitarono la professione medica senza compenso, intercedono per la guarigione dei calcoli renali: a Costantinopoli, nella basilica loro dedicata, i malati si addormentavano e venivano da loro guariti durante il sonno secondo il fenomeno dell’‘incubazione’. Lucia è considerata la giovane martire siracusana protettrice della vista, anche se in realtà il motivo della sua intercessione può essere ascritto a diversi fattori parimenti plausibili: il nome «evocante la luce»; il fatto che forse fu anche accecata prima di subire il martirio o perché «fu lei stessa a strapparsi gli occhi, bellissimi, perché il suo ex fidanzato cessasse di perseguitarla».
San Bartolomeo, ossia l’apostolo di Gesù che si chiamava Natanaele e secondo la tradizione fu scuoiato vivo, «è invocato da tutti coloro che lavorano le pelli; e anche contro le convulsioni, le crisi spasmodiche e le malattie nervose». Per la trasverberazione, ossia il fenomeno per cui «un angelo le trafiggeva il cuore con un dardo di fuoco, nello stesso punto in cui Cristo fu colpito dalla lancia», Santa Teresa d’Avila protegge dai malanni del cuore.
Invocato per la protezione da numerose malattie, dati gli innumerevoli prodigi che compì ancora in vita, compresa la rianimazione di un catecumeno morto e di uno schiavo impiccato, san Martino di Tours è celebre non solo per il ritorno di un po’ di tepore nell’estate novembrina che porta il suo nome, ma anche perché «nel suo giorno si beveva il vino nuovo (‘vino di san Martino’), cominciava l’anno giudiziario, dei Parlamenti e delle scuole, si svolgevano le elezioni municipali, si rinnovavano i contratti e si pagavano le locazioni. L’olio delle lampade della sua tomba era portato via dai pellegrini perché guariva i malati. È invocato per moltissime intercessioni. La sua famosa cappa fu custodita in un luogo che prese appunto il nome di ‘cappella’; il primo ad averne l’onore fu Ugo, detto perciò ‘Capeto’, fondatore della monarchia francese».
Oltre San Giuseppe e l’arcangelo Michele, anche san Benedetto è patrono della ‘buona morte’, in quanto «si fece reggere le braccia dai discepoli per l’ultima preghiera, poi spirò in estasi». Lo stesso dicasi per Sant’Anna, la quale è onorata da «madri di famiglia, donne desiderose di prole, ricamatrici, lavandaie, ma anche orefici, ebanisti, falegnami, minatori. Pure i palafrenieri pontifici l’avevano a patrona. La cosiddetta ‘acqua di sant’Anna’ curava le febbri e gli ossessi. È sempre rappresentata con un manto verde, colore della speranza che germoglia».
San Pietro d’Alcantara, padre spirituale di Teresa d’Avila, «con pioggia o sole, non si copriva mai la testa col cappuccio del rozzo saio che indossava sul corpo nudo. Mangiava solo ogni tre giorni e parlava solo se interrogato…per questo è intercessore contro le febbri maligne». Il franco san Leonardo di Nobiliacum è invece patrono degli obesi soltanto per l’aspetto assunto in alcune delle sue icone in cui viene rappresentato «piuttosto paffuto».
Per la salute dei polmoni e contro il contagio in tempo di pandemia si può invocare, oltre san Rocco, il patrono dei giovani san Luigi Gonzaga il quale, oltre a soffrire di polmonite, morì proprio per la carità operosa verso gli appestati. Contro il mal di testa c’è Santa Bibiana, martire sotto Giuliano l’Apostata, poiché «l’erba del giardino della chiesa sorta sulla sua tomba veniva essiccata e utilizzata come infuso contro le malattie, specialmente i mal di testa».
Le donne desiderose di aver figli possono invocare i santi Francesco di Paola e Rita; quelle desiderose di averne molti santa Felicita, martire romana madre di sette figli. Quando nella coppia si fa strada una gelosia pericolosa, allora si può invocare santa Marciana di Albi, in quanto «un suo miracolo fece riconoscere la fedeltà di alcune gentildonne di Albi ingiustamente sospettate di adulterio dai mariti».
Tra le fila dei santi protettori di arti, mestieri e professioni si ritrovano Giovanni il Battista, Marta, sorella di Lazzaro, e Zaccheo – capo dei pubblicani che si impegna a restituire quattro volte il maltolto dopo l’incontro con Gesù – quali patroni di albergatori e addetti alle mense. Matteo protegge guardie di finanza, ragionieri e statistici; Gabriele Arcangelo ambasciatori, corrieri, postini e addetti alle telecomunicazioni; Giuseppe d’Arimatea le onoranze funebri; Girolamo bibliotecari, librai e bibliofili; Carlo Borromeo e Roberto Bellarmino i catechisti. Tommaso apostolo è patrono dei periti; Lorenzo dei vigili del fuoco e dei rosticcieri e il buon ladrone – il primo santo ‘canonizzato’ da Cristo stesso – dei condannati a morte. Mattia apostolo e Benedetto di Hermillon intercedono invece per gli ingegneri. Quest’ultimo era un umile pastorello che, per assecondare il contenuto di una visione, si reca ad Avignone e riesce a convincere non il vescovo ma il podestà della bontà del progetto di costruire un ponte sul Rodano.
Attraverso il volume di Cammilleri si riscopre la preziosità della comunione dei santi, di avere così tanti amici in Paradiso pronti a intercedere presso il Padre per ogni esigenza in vista del bene spirituale e fisico di ciascun fedele.
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana