Bimbi con i tacchi e relazioni omosessuali. L’indottrinamento gender nelle scuole italiane – sempre più galoppante – ora sfrutta un’altra arma di propaganda: il libro “La più bella del mondo” di Walter Veltroni. E’ successo a Buccinasco, nell’hinterland milanese, dove nelle scuole elementari sono stati addirittura il sindaco di centrosinistra Rino Pruiti e l’assessore alla Cultura del PD Martina Villa – sedicente «assessora a tante belle cose, civica, femminista, arcobaleno» – a portarne personalmente in dono numerose copie ai bambini, nei giorni 12 e 19 febbraio scorsi.

La più bella del mondo di Walter Veltroni

Attraverso il mantra dell’inclusione, della non discriminazione e dell’ideologia egualitarista, il volume – pubblicato nel 2022 dell’ex sindaco di Roma – si propone di raccontare ai più giovani i primi dodici articoli della Costituzione attraverso altrettante storie narrate da dodici bambini. Nel libro non c’è però solo la storia ambigua di un bimbo al quale si sono consumate le scarpe e così la zia lo invoglia a mettere le sue con i tacchi per arrivare a scuola, ma anche il riferimento a una relazione tra ragazzi dello stesso sesso e a una coppia omosessuale tutta al femminile che viene malmenata, per illustrare cosa comporti nei fatti la violazione dell’articolo 3. 

Genitori indignati

«Il testo poco ha a che fare con la spiegazione oggettiva dei primi articoli della Costituzione, al contrario, ne è fatto uso improprio e strumentalizzato per promuovere campagne Lgbt e gender», scrive un gruppo di genitori in una lettera aperta – anonima per ovvi motivi – mediante la quale denuncia tale indottrinamento all’ideologia di genere, per giunta compiuto a loro insaputa. «Ci siamo messi a sfogliare il libro – proseguono i genitori – che spiegava l’art. 1 della Costituzione con la storia di un ragazzo omosessuale che in epoca fascista mandava la sorellina a portare bigliettini d’amore al suo ragazzo. L’art. 2 con la storia di un ragazzo siciliano, vittima di mafia, che in condizioni di estrema povertà usava le scarpe con i tacchi della zia (il riferimento è all’infanzia del politico Pio La Torre, ma senza spiegazioni idonee si lascia troppo spazio all’ambiguità ndr). L’art. 3 è spiegato con la storia di due ragazze lesbiche picchiate perché colte in flagranza e via via si continua così fino all’art. 12». La loro missiva viene poi postata sui social dal consigliere comunale della Lega Manuel Imberti, il quale rileva come soltanto in un secondo momento, ossia a polemica già scoppiata, le famiglie siano state informate sulla possibilità di prestare o meno il proprio consenso informato rispetto alla lettura di tale libro nell’ambito del “Progetto Lettura” per il quale lo stesso sarebbe stato scelto. 

L’indottrinamento gender nelle scuole italiane

Si tratta dunque di un ennesimo tentativo di indottrinamento gender, di cui gli istituti scolastici del Paese di ogni ordine e grado sono ormai da diversi anni uno dei palcoscenici privilegiati. Solo per fare uno degli esempi più eclatanti e più recenti – salito alla ribalta delle cronache poche settimana fa – basti citare la favola di “Marlon Bundo”, il coniglietto gay protagonista di una storia per bambini, che ama un altro coniglio dello stesso sesso e arrivata a inizio febbraio sui banchi di una scuola elementare di Pavia o quanto accaduto in una scuola media di Lucca lo scorso dicembre, quando un fantomatico Babbo Natale ha regalato a tutti gli alunni un libro contenente storie di adolescenti gay, trans e figli di “due mamme”, sempre in nome della medesima alfabetizzazione Lgbtq+. Ecco dunque quella che è una vera e propria emergenza nazionale, ovvero la costante distribuzione di libri con storie arcobaleno, la diffusione della ‘carriera alias’ e di attività di educazione affettiva affidate ad attivisti delle lobby Lgbtq+ che sono purtroppo, appunto, all’ordine del giorno. 

La Campagna “Mio Figlio No”

Ecco perché si è resa necessaria la nuova campagna di Pro Vita e& Famiglia “Mio figlio No”, lanciata a metà febbraio 2025 e che proseguirà nelle prossime settimane e mesi con una serie di iniziative ad hoc quali: una petizione già partita, un sondaggio, affissioni, flash-mob, convegni, incontri, documentari, e – se necessario – una manifestazione di famiglie e genitori sotto il Ministero dell’Istruzione e del Merito. Lo scopo è semplice e chiaro, come spiega Jacopo Coghe: «chiedere al Governo di approvare con urgenza una Legge che difenda la Libertà Educativa dei genitori contro questi continui abusi ideologici».

Fonte: Pro Vita e Famiglia

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